28 feb 2013

Immaginarie fasce della docenza universitaria




Sulle Immaginarie Fasce della Docenza Universitaria


Abstract: This report concern on unreality of teaching level in italian university. The simple analysis of a real case show that the rules applied for teaching assignments are based on pure imaginary considerations, and are quite distant from real experimental data. These rules indirectly generate resources dissipation, associated with a low quality of teaching activity. 


L’attuale sistema di reclutamento dei professori universitari, secondo quanto stabilito dai regolamenti ANVUR, è basato quasi esclusivamente su degli indicatori che misurano la presunta qualità e quantita della produzione scientifica dei singoli candidati, ma curiosamente non fa alcun riferimento a precedenti esperienze di insegnamento maturate dai candidati.

E’ come si cercasse un autista di autobus, ma non gli viene chiesto se ha la patente. Questa ulteriore, fastidiosa condizione dovrebbe essere accertata piuttosto da una commissione locale. E’ un impianto basato sulla convinzione che chi fa una buona ricerca, di per   abbia anche il talento di offrire buone prestazioni didattiche.  

Certo si è verificato molte volte nelle aule universitarie, come molti di noi ricordano con vero piacere, ma sono delle notabili eccezioni, non la norma. Fare una buona ricerca significa soprattutto studiare il lavoro degli altri, avere una delicata relazione con gli apparati sperimentali e con le sostanze che si manipolano. Con questi attrezzi ci si può misurare con la realtà delle entità materiali oggetto di studio, cioè si possono organizzare degli esperimenti nei quali si interroga il mondo reale. Le risposte ottenute molto spesso non soddisfano completamente le nostre curiosità, ma aprono nuovi e insospettabili scenari, che spingono a pensare a nuovi esperimenti.

Fare una buona didattica significa tutta una altra cosa, significa in primo luogo non fornire agli studenti banalmente una massa di nozioni, ma entrare direttamente nella loro testa, insegnando loro soprattutto a ragionare su come usare correttamente le nozioni acquisite. 

Mi sembrano in effetti due attività abbastanza diverse, l’una concernente i colleghi, i libri, le tecnologia e le molecole, l’altra solo il cervello di tanti giovani umani. E’ chiaro che essere dei buoni ricercatori non implica automaticamente essere anche dei buoni docenti. Una delicata relazione con gli apparati sperimentali non è sufficiente ad avere una corretta relazione con giovani umani. Essere dei buoni docenti significa infine essere necessariamente anche dei buoni ricercatori, perché bisogna fornire agli studenti nozioni "aggiornate".

Dunque, non sarebbe necessario soprattutto valutare le capacità didattiche dei candidati, che di solito hanno molti anni di attività di insegnamento alle spalle?  E’ un mistero.

Ma a pensarci bene, cosa rappresentano le tre fasce della docenza universitaria F1, F2 e F3 che plasmano la vita dei nostri atenei?

La dimostrazione che la legge F1 > F2 > F3 , che definisce prestazioni e retribuzioni delle fasce della docenza, è falsa, è molto semplice.

Qualunque legge, infatti, o è vera o è falsa. Non può essere entrambe le cose.
Per verificare se una legge è vera o è falsa bisogna fare degli esperimenti. Cioè bisogna calare la legge nella realtà. In questo modo si ottengono dei dati sperimentali, dei numeri, che ci dicono se la legge è vera o è falsa. 

Calando la  F1 > F2 > F3 nelle aule universitarie, si ottengono i seguenti set di dati sperimentali:

  A.   F1 > F2 > F3 
 B-     F1 > F3 > F2 
 C-     F2 > F1 > F3 
 D-    F2 > F3 > F1 
 E-     F3 > F1 > F2 
 F-     F3 > F2 > F1 


I dati ci dicono che effettivamente il caso A esiste nella realtà, ma esistono anche tutti gli altri casi. 

La quantificazione dei casi è ovviamente possibile solo conoscendo il peso relativo di ciascun caso, ma occorrerebbe conoscere le valutazioni della didattica, in tutte le realtà in cui essa viene svolta. 

Il risultato non potrebbe che dimostrare che la legge è falsa, cioè nella realtà la legge è sbagliata. In verità per dimostrarlo basta anche un solo caso compreso tra B e F.

La legge A.  F1 > F2 > F3  rimane valida nelle casse degli uffici stipendi.